migliorare le cure sanitarie

è l’obiettivo del piano dell’Unione Europea (2004 – 4 anni sono già passati) che dovrebbe – tra le altre cose – stimolare l’adozione della carta sanitaria secondo le indicazioni del piano sanitario regionale della Toscana.
Tanti bei discorsi ma ieri mi trovavo a ragionare con un collega sulla dispersione del nostro lavoro e ne faccio il bilancio: in una mattinata ho lavorato in 5 diversi reparti su 5 diversi apparecchi refertando su 5 diversi computer che pur appartenendo allo stesso ospedale, con rete aziendale, non comunicano tra di loro. Pertanto se un paziente viene trasferito – nel corso dello stesso ricovero – da un reparto all’altro, lo si rivedrà con un altro apparecchio e si referterà ex novo non avendo accesso ad un database centralizzato, per non parlare della perdita di tempo nel rintracciare la documentazione precedente quando un paziente è nuovamente ricoverato (stesso ospedale, reparto diverso).
Ovviamente per il paziente (e dovrebbe esser ovvio anche per noi operatori) è naturale dire: hanno tutto al II piano (stesso ospedale, stesso edificio: che ci vuole?); di fatto salire al II piano, trovare il collega che l’ha seguito (magari ha fatto la notte e non è presente al lavoro, o è in ferie), riprendere il filo del discorso, ricercare la cartella etc etc sono una notevole perdita di tempo che, con i ritmi a cui siamo costretti , non ci si può quasi mai concedere.
L’infrastruttura informatica esiste già da tempo e potrebbe tranquillamente consentire, se supportata dal software adeguato, la gestione centralizzata dei dati – con conseguente minor perdita di tempo e maggior accuratezza dell’azione medica; mi auguro (per la verità ci credo poco) che per il 2010 saremo pronti . . . .
Ho già parlato di sanità elettronica qui
Leggi anche dei progetti europei ERA eHealth e RIDE (interoperabilità dei sistemi informatici sanitari)

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