esami inutili: dal 20 al 40 % del totale

Mi vien da pensare: siamo sicuri che ridurre le liste d’attesa sia la soluzione al problema delle liste d’attesa ?
Lavorare sull’appropriatezza della richiesta non sarebbe forse meglio?

I due miliardi di esami radiologici effettuati nel 1991 nel mondo sono diventati oggi 5 miliardi.
La potenza di fuoco degli apparecchi diagnostici è cresciuta tanto che nei paesi occidentali ciascun individuo, sano o malato che sia, riceve ogni anno una quantità di radiazioni pari a 150 delle vecchie radiografie al torace. Di fronte a Tac di ultima generazione, scintigrafie, tomografie a emissione di positroni e tecniche di chirurgia in cui la mano del medico è guidata dagli apparecchi radiologici, il rischio cancerogeno delle radiazioni non può più essere trascurato. «Siamo rimasti molto colpiti da uno studio scientifico che recentemente ha dimostrato che l’ 1,5-2 per cento di tutti i tumori  è probabilmente causato dagli esami di tomografia computerizzata» dice Eugenio Picano, direttore dell’ Istituto di fisiologia clinica del Cnr a Pisa. Tanto più che – secondo i dati della Federazione dei tecnici sanitari di radiologia medica (Tsrm) – un esame su 4 fra i 50 milioni all’ anno che in Italia sfruttano le radiazioni sarebbe inutile.

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Al boom di prescrizioni radiologiche inappropriate dedica un servizio il New York Times, secondo cui dei 95 milioni di esami effettuati ogni anno negli Usa con apparecchi all’ avanguardia della tecnologia, una quota variabile tra il 20e il 40 per cento si rivela del tutto inutile per formulare la diagnosi. «Il sistema è rotto, completamente rotto» afferma al quotidiano la dottoressa Vijay Rao, segretaria del dipartimento di radiologia all’ ospedale della Thomas Jefferson University, riferendosi a un’ industria da 100 miliardi di dollari all’ anno solo negli Usa. In Italia il sistema sanitario nazionale spende 4,5 miliardi di euro all’ anno per radiografie, risonanze magnetiche, tac e altre tecniche radiologiche. E secondo Picano, cardiologo e ricercatore specializzato in diagnostica per immagini, i casi di prescrizioni scorrette o inutili sarebbero ancora più alte del 25 per cento denunciato dalla Tsrm. «Tra il 30 e il 50 per cento degli esami sono prescritti o eseguiti in maniera inappropriata». E i rischi che ne seguono non sono uguali per tutti. Nei bambini per esempio le cellule si moltiplicano a ritmo più rapido, e la probabilità che le radiazioni provochino un’ alterazione del Dna è più alta. «I pediatri dovrebbero fare molta più attenzione del normale» spiega il ricercatore. «A età inferiori di un anno il rischio cancerogeno è quadruplo rispetto a un adulto di 50 anni. Il rischio si dimezza invece negli ottantenni». Per ragioni non del tutto chiare, a risentire di più delle radiazioni sono le donne. «Esistono degli organi particolarmente sensibili, come la mammella». In entrambi i sessi, le forme di cancro maggiormente sollecitate dalle radiazioni dei laboratori medici sono leucemie, cancro del polmone e della tiroide. Alla base di quella che Picano chiama obesità diagnostica c’ è il boom della tecnologia nelle apparecchiature mediche. «Con questi strumenti riusciamo a esplorare gli organi interni con una risoluzione impensabile fino a pochi anni fa. E possiamo anche osservare più organi contemporaneamente, risparmiando per esempio tempo prezioso al pronto soccorso» conferma Lorenzo Bonomo, ex presidente della Società italiana di radiologia medica e direttore del dipartimento di bioimmagini e scienze radiologiche all’ Università Cattolica di Roma e al Policlinico Gemelli. E di fronte alle spettacolari immagini a colori assemblate dal computer, anche la vecchia radiografia su lastra non dovrebbe perdere il suo ruolo. «Per ogni problema esiste un’ indagine specifica. Solo così elimineremo gli esami inappropriati» prosegue Bonomo. «Per esempio una sospetta frattura può benissimo essere diagnosticata con una radiografia. La lastra al torace rimane un test di routine per ogni paziente ricoverato in ospedale insieme all’ elettrocardiogramma. Non c’ è nessun bisogno in questi casi di ricorrere a tecniche più complesse e con maggior dosaggio di radiazioni. Quando ciò avviene, può essere perché il paziente fa pressione sul medico o perché quest’ ultimo vuol mettersi al riparo da possibili azioni legali». Di questo passo, si rischia di arrivare agli eccessi denunciati negli Stati Uniti. «Dove è possibile vedere cartelloni – dice ancora Picano – che pubblicizzano le cardiotac da regalare alla festa del papà. Nessuno scrive che questo esame somministra le stesse radiazioni di 750 radiografie al torace. Sottoporvi 50 milioni di americani, statistiche alla mano, vuol dire provocare 75mila nuovi casi di cancro».
www.sirm.org
www.tsrm.org
www.iss.it

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