due velocità

ho già parlato di nuove modalità di relazionarsi con il paziente che si propongono all’attenzione.
La mia valutazione è sostanzialmente negativa (ne intuisco le potenzialità ma credo che comunque tali modalità non potranno, verosimilmente mai, intercettare alcune necessità, specificamente quelle di relazionarsi di persona e di percepire il calore umano e l’interessamento da parte degli operatori) e tale idea è rafforzata da due episodi che mi sono capitati proprio ieri.

Il primo: mi contatta un’amica per chiedermi di interessarmi del caso della sorella di un suo amico (in approfondimento per sospetta neoplasia, presso uno degli istituti presso cui lavoro); in pratica non ho fatto veramente niente, gli eventi seguiranno il loro corso indipendendentemente dal mio intervento, di fatto la persona interessata mi ha telefonato per straringraziarmi per l’interessamento. . . .
Il secondo: organizzo visita specialistica per un’amica che s’era rivolta al centro di superspecializzazione – meglio di quello (si dice) non ce n’è – che poi s’era pentita e voleva esser seguita in loco evitando la complicazione di dover far un lungo viaggio per gestire le sue problematiche sanitarie. A seguire, assolutamente anonimizzata per rispetto della privacy, le sue considerazioni supercentro specialistico VS ambulatorio normale sul territorio.
Da professionista del settore non posso non sottolineare che, per quanto mi riguarda, le valutazioni su gentilezza, cordialità etc etc sono assolutamente secondarie rispetto alle capacità professionali; al tempo stesso mi vien da riflettere su quanto sia importante – dal punto di vista del paziente – percepire un clima di accoglienza nei confronti di chi, spesso, ha più bisogno emotivamente di conforto che di reale assistenza medica (non è il caso della persona in oggetto, però).

Buongiorno
la visita di ieri è andata bene. Ho da rifare gli esami del sangue ed un eco e poi mi rivedo con lo specialista. La cosa divertente è stata che gia all’accettazione quando ho detto il mio nome, un’altra signorina ha risposto: ah si, lei è la signorina XY! – e poi il dottore: ma lei è l’amica di Sabino.
Vedi, sembrano sciocchezze, ma questo mi ha fatto sentire completamente a mio agio, a differenza di XXXX dove sono stata trattata semplicemente come un numero, dove la dottoressa durante la visita non mi ha degnata manco di uno sguardo se non all’entrata.
Nel complesso lo specialista mi ha fatto una buona impressione, son rimasta contenta.
Ora non mi resta che aspettare metà giugno per gli esami del sangue e poi ritornerò a visita.
Grazie mille per tutta la disponibilità, in questa città che ancora oggi non sento propriamente mia sopratutto quando si tratta di muovermi tra ospedali e ambulatori, te mi hai regalato un po’ di serenità.
buona giornata

3 commenti su “due velocità

  1. sai dottore, l’approccio emotivo ad un evento può cambiare radicalmente la reazione stessa a tale evento… so che da medico questo si accetta male, ma i tuoi due casi narrati ne sono la prova vivente , quasi “scientifica”, per tornare ad un vecchio simpatico scambio di idee….. inoltre difficilmente grandi capacità professionali sono separate da un seppur ” celato”( per ignoti motivi) calore umano..credo..

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati *

prenotazione