ho lavorato, in passato, in un gruppo che s’interessava delle problematiche cardiologiche dei pazienti affetti da disturbi dell’alimentazione.
Mi torna in mente un episodio: andai ad accompagnare una delle dietiste con cui collaboravo a far visita ad una (giovane, circa 20 anni) paziente che, per la situazione particolarmente grave, era stata ricoverata in reparto psichiatrico: credo pesasse circa 35 chilogrammi ma rifiutava ostinatamente di mangiare.
La scaltra dietista riuscì a convincerla a mangiare qualche cucchiaio di brodo con uno stratagemma: addome ben scoperto in modo da consentirle di controllare la situazione (era talmente ossessionata all’idea di ingrassare che temeva che con un solo cucchiaio di brodo le crescesse la pancia).
La paziente era ad un tale livello di alterata percezione del proprio corpo che temeva che mangiare le avrebbe fatto crescere la pancia, per cui si convinse a buttar giù qualche cucchiaio di pasta solo se le si fosse concesso di osservare attentamente l’addome, per aver la conferma che non sarebbe ingrassata.
Da vedere un bel film sull’argomento, Primo Amore, tratto dal romanzo Il cacciatore di Anoressiche.
…ne so qualcosa, purtroppo
dei disturbi
delle anoressiche (nello specifico)
del film
o del libro ?
🙂
disturbi Sab, disturbi dell’alimentazione che ti cristallizzano la vita…
lo sento e lo vedo; tante ne conosco, che in forma più o meno evidente, si trascinano ‘sta cosa a lungo (o per sempre)
…non dire “per sempre” ti prego…
posso pensarlo ?
🙂
ok pensiamolo; lo penso anch’io spesso che sia per sempre…ma non mi piace dirlo, mi fa troppa paura…