spesa a Chilometri Zero

potreste pensare che mi sto un pò allontanando dalle mie pertinenze, ma invece vi dimostrerò che così non è. Da un pò di tempo si sente parlare di spesa a KM zero quale filosofia di vita anti-consumistica che rigetta la prassi di acquistare pomodori cileni nel mese di gennaio (NdS assolutamente d’accordo, da tempo evito di fare questo tipo di acquisti) invece degli ortaggi e della frutta coltivati nelle vicinanze con conseguente risparmio (e qui cascherebbe l’asino ) energetico: leggendo l’interessante, molto ben articolata analisi di Dario Bressanini si deduce che ciò che sembrerebbe evidente non lo è poi tanto.
Ne parlo perchè, come spesso accade, bisogna considerare tanti aspetti non immediatamente evidenti ma che cambiano significativamente le conclusioni finali; a tal proposito mi permetto di suggerire un paio di fattori che forse nell’analisi succitata non sono stati presi in considerazione
l’aumento del rischio di trombosi venosa profonda (TVP) in relazione ai livelli di inquinamento ambientale (in particolare di pm10)
l’incremento di patologie smog-correlate di altro tipo
Solo un paio di aspetti (posso immaginarne molti altri, nel campo dell’oncologia in primis) che dovrebbero far rivedere il calcolo meramente economico facendo forse pender la bilancia verso la riduzione assoluta delle emissioni inquinanti provocate dal trasporto di merci (quando non necessarie): solo per sottolineare che non è tutto oro quel che luccica, senza voler (soprattutto potere) trarre una conclusione definitiva ed inoppugnabile.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati *

prenotazione