pubblico e privato

le mie giornate lavorative si divide tra alcuni centri di sanità pubblica ed alcuni centri privati convenzionati con il SSN. Da tempo, in tutta Italia, il pubblico si appoggia al privato (liberi professionisti lavorano in strutture pubbliche con contratti di lavoro privatistici, costi e responsabilità minori da parte dei datori di lavoro; dipendenti a tempo indeterminato lavorano in libera professione intramoenia): in pratica parte del lavoro che le strutture pubbliche non riescono ad espletare viene venduto alle strutture private convenzionate o gestito in forma totalmente privata presso strutture convenzionate o del tutto in libera professione.
Sono stato chiamato a sostituire un collega, assente per vacanza, nel suo ambulatorio privato: i pazienti accedono, previo appuntamento diretto con tempi di attesa molto limitati, pagando la prestazione – per intero, secondo il tariffario privatistico prestabilito – in una struttura che per quelle prestazioni non è convenzionata.
La differenza tra questa modalità di lavoro ed il lavoro nelle strutture pubbliche è notevole; strutture in generale più accoglienti, personale solerte, nessun affollamento nè code: trovandomici dentro mi sono soffermato a riflettere sui motivi per cui – spesso – nelle strutture pubbliche non si riesce a ricreare l’ambiente accogliente delle strutture private – che nulla aggiunge alla professionalità del medico – ma che tanto fa buona sanità.

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