precariato dei Medici

Riporto – sintetizzandolo – una riflessione del Vice presidente vicario Enpam (Ente Nazionale Previdenza Assistenza Medici) nonchè presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Mario Falconi.

Quante volte in questo Paese abbiamo assistito a dibattiti televisivi, soprattutto in campagna elettorale, sulla precarizzazione del lavoro. Quasi sempre il fenomeno viene descritto come uno dei “temi fragili” del Paese, da affrontare seriamente. Abbiamo anche ascoltato esponenti delle istituzioni e rappresentanti dei partiti politici convenire che all’inizio dell’attività lavorativa, in particolare tra i giovani, la precarietà potrebbe dimostrarsi anche utile: cioè meglio il precariato che la disoccupazione. Ma la precarizzazione, vale a dire la sua strutturazione per un arco temporale molto lungo, crea problemi non indifferenti. In primo luogo in chi la subisce non trovandosi nella condizione di poter tracciare un progetto di vita. In secondo luogo per l’intera collettività che rischia di avere servizi sempre più precari con tensioni sociali progressivamente crescenti. Oggi la precarietà del posto di lavoro, se non fenomeni di vero e proprio sfruttamento, sta destabilizzando anche la Sanità.
Troppi sono i settori nel Servizio sanitario occupati da precari, a volte addirittura privi di un contratto. Presso gli Ordini riceviamo quotidianamente denunce da parte di colleghi per situazioni di vero e proprio sfruttamento. In molte strutture sanitarie i medici sono costretti ad effettuare turni di lavoro massacranti con retribuzioni orarie lorde risibili di circa 9/10 euro. Riteniamo che questa sia una delle questioni che va affrontata in modo prioritario, proprio perché – lo ribadiamo con assoluta convinzione – la precarizzazione rende vulnerabile ogni tipo di lavoro determinando effetti nefasti in ogni ambito compreso quello di conseguire pensioni almeno decorose. In tale contesto i medici che pur hanno contribuito in maniera efficace al progressivo allungamento della vita media di tutti i cittadini, rischiano di esserne vittime sacrificali, con paura motivata di dover vivere lunghi anni post lavorativi in condizioni di inevitabile fragilità economica. La nostra Fondazione è da tempo impegnata a  percorrere, in nome della indispensabile solidarietà a favore di tutti i propri azionisti medici e odontoiatri, la strada, pur difficile, del conseguimento di tutte le possibili “tutele”. Tuttavia la sua azione non sarà sufficiente se non accompagnata da politiche tendenti ad accorciare il periodo di ingresso in uno stabile e dignitoso lavoro e con una più adeguata cultura previdenziale, soprattutto
dei giovani colleghi, affinché possano e sappiano, anche attraverso oculate e responsabili scelte individuali, costruirsi un futuro previdenziale più stabile e sicuro.

Le mie personali esperienze di precariato le trovate qui, suddivise in varie puntate
parte XV
parte XIV
parte XIII
parte XII
parte XI
parte X
parte IX
parte VIII
parte VII
parte VI
parte V
parte IV
parte III
parte II
prima puntata

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