Disturbo da Attacco di Panico (DAP)

mi è capitato più che altro di parlarne, la mia tipologia di lavoro non mi mette – di solito – a contatto con il paziente con Disturbo da Attacco di Panico (DAP) in fase acuta.
Mentre ero in treno, in viaggio verso la meta della vacanza, avevo notato un pò di confusione nella mia carrozza ma pensavo si trattasse di qualcuno che non voleva pagare il biglietto o una bega del genere.
Quando oramai eravamo prossimi a Roma Termini arriva il fatidico annuncio da parte del capotreno: se c’è un medico è pregato di recarsi in carrozza 7 (guarda caso, la mia): un giovane viaggiatore (circa 25 anni) bianchiccio, sudaticcio, tremante come una foglia, quasi incapace di parlare era preda di un molto classico attacco di panico (NdS m’è già capitato e la cosa interessante è che la diagnosi se la fa da solo il paziente); da tempo non viaggiava se non in auto, il suo ricordo di treno era fermo all’intercity, il viaggio da solo in un treno con i finestrini fissi e che va a velocità ben superiori a quelle dei vecchi intercity ha fatto il resto.
Da un paio di ore stava cercando di dominare il malessere, ad un certo punto il capotreno ha ritenuto comunque necessario chiamare il medico per star tranquillo: vi chiederete cosa ho fatto ?
Parlare, distrarlo nell’attesa che arrivassimo a Roma Termini in modo da farlo scendere e fargli prender aria: nel giro di 5 minuti a terra è stato immediato il recupero del buon stato di salute !
Nota di colore: mi si è affiancato un collega che mi dava chiaramente l’impressione di non sapere cosa fare (non c’era da far nulla, di fatto); chiacchierando alla conclusione dell’episodio ho scoperto si trattava di un fisiologo, quindi laurea in medicina ma niente attività clinica da tempo (e si vedeva) 🙂
Fa impressione vedere un giovane completamente annichilito dal ….. nulla (ovvero dal viaggiare comodamente seduti in treno), eppure la mente umana può fare di questi scherzi.
Sul sito della LIDAP informazioni più approfondita.

2 commenti su “Disturbo da Attacco di Panico (DAP)

  1. Così gravi (più che altro di così lunga durata) non ne ho avuti mai, però ne soffro e posso confermare che è una sensazione bruttissima.
    Penso che chi non l’ha provato, per quanto possa cercare di immedesimarsi, non potrà mai capirlo.

    Le prime volte, quando non sai di cosa si tratta, pensi di avere chissà cosa.
    Quando poi sai che è “soltanto” un attacco di panico, ti prende anche il nervoso e l’avvilimento perché sai che stai così male ma in realtà non hai niente.

    E purtroppo ci si può fare poco, secondo me.
    Si può stare meglio, ma ogni tanto, a periodi, ecco che improvvisamente quando meo te lo aspetti rispunta fuori.

    Lucy

  2. grazie per il tuo intervento
    di fatto non sarei così pessimista: proprio oggi parlavo con un paziente del fatto che spesso diamo per scontati impressionanti avanzamenti terapeutici che solo negli ultimi pochi anni si sono verificati . . .
    Chissà che non ci s’inventi qualcosa di efficace anche per questo tipo di problemi
    A tal proposito t’invito a leggere il bel libro di Corrado Sannucci di cui ho parlato qui

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