Brunetta colpisce anche i medici (che s’ammalano)

Rischio stangata sugli stipendi dei medici del servizio pubblico in caso di malattia, con le nuove regole sulle trattenute per le assenze volute dal ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta: “per un dirigente medico, sanitario o del pubblico impiego, le trattenute per malattia potranno essere tra il 35 e il 40% della retribuzione mensile”, denuncia Stefano Biasioli, presidente nazionale Cimo-Asmd.
“Sono stati sufficienti pochi giorni – spiega il leader sindacale – per capire che l’applicazione delle trattenute per malattia nella giungla retributiva del pubblico impiego provocherà disastri, incongruenze e disparità interpretative”.
Per Biasioli nel mettere a punto la normativa, in vigore dal 25 giugno, non si è tenuto conto che, “all’interno dei diversi comparti e delle aree dirigenziali del pubblico impiego, la struttura retributiva è profondamente diversa in rapporto alle indennità o emolumenti”. Le nuove indicazioni prevedono infatti che, nei primi 10 giorni di assenza per malattia, non vengono corrisposti “le indennità o emolumenti – comunque denominati – aventi carattere fisso e continuativo nonché ogni altro trattamento accessorio”. E per quanto riguarda i camici bianchi questa componte dello stipendio è alta. “Ciò è tanto più grave – conclude Biasioli – se si considera che le trattenute per i medici riguardano voci retributive legate allo status giuridico del medico (quali la responsabilità di struttura e l’esclusività di rapporto) e senza che (in caso di assenza per malattia) vengano meno le responsabilità dirigenziali e i doveri connessi alle funzioni, che restano invariate anche durante le assenze brevi”.

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