I medici sono ben consapevoli che un buon rapporto con il paziente è di fondamentale importanza per il successo della cura: tutti i giorni capita di dover convincere un paziente a sottoporsi ad un determinato esame; l’educazione all’uso corretto dei farmaci è un aspetto essenziale del processo terapeutico; una relazione personale valida può in certi casi di per sé esercitare un effetto ‘placebo’; il cambiamento di stili di vita non favorevoli passa attraverso un’opera non facile di convincimento e persuasione.
Tutti questi aspetti del rapporto medico-paziente, che vanno inseriti in una logica di etica medica ed a cui si pensa troppo poco durante la pratica medica, sono assai spesso sopravanzati da una rincorsa verso le più recenti ed aggiornate indicazioni terapeutiche e da una giusta attenzione alle raccomandazioni e linee-guida presenti nella letteratura medica. Tuttavia non è opportuno dimenticarsi di questi temi: alcuni episodi più o meno recenti (basti pensare al fenomeno della cura Di Bella) ci insegnano a non trascurare questi aspetti della nostra professione. In un recente articolo comparso sugli Annals of Internal Medicine ( 2008; 149: 720), L.R. Churchill individua 8 regole semplici da seguire nella relazione con i pazienti:
1) occuparsi anche di piccole cose, come stringere la mano, sorridere, prestare attenzione
2) dedicare tutto il tempo necessario, per ascoltare con la dovuta calma ed interesse il malato
3) mantenere un atteggiamento aperto e disponibile
4) comportarsi in modo gradevole
5) rimuovere le barriere e creare dei collegamenti
6) lasciare che il paziente spieghi ciò che ha compreso della sintomatologia o della malattia accusata, delle proprie paure e speranze
7) dimostrare autorevolezza
8 ) mantenere attenzione ai problemi e dimostrarsi degni di fiducia.
Queste capacità ed attitudini relazionali sono raramente studiate in modo sistematico e vengono considerate come un aspetto non scientifico della medicina, di una medicina cioè intesa come ‘arte’. Tuttavia questi temi relativi al rapporto medico-paziente rimangono centrali per una migliore qualità delle cure.
Annals of Internal Medicine 2008; 149: 720-724
Molto interessante. Peccato che invece la categoria dei medici sia una delle categorie professionali più maleducate ed arroganti in assoluto.
Avete molto da imparare.
Sorridere? Prestare attenzione? Dedicare il tempo necessario? Belle queste regole ma purtroppo l’esperienza personale e quella di persone a me vicine è stata completamente diversa.
Non credo proprio che i medici siano consapevoli dell’importanza di un buon rapporto con i propri pazienti. In compenso hanno una grande consapevolezza del loro valore, nel momento in cui ti emettono la fattura (nel migliore dei casi, perchè vogliamo parlare di quei medici che neanche emettono fattura???? ) .
Possiamo solo sperare di non aver bisogno di voi medici. MAI!
cara Giulia
evidentemente la sua esperienza (e delle persone a lei vicine) è stata questa e non mi permetto di aggiunger nulla se non che io visito migliaia di pazienti l’anno (svariate migliaia) la maggior parte dei quali va via ringraziando . . .
A proposito, la fattura non la faccio MAI a nessuno, perchè la maggior parte dei miei pazienti sono esenti ticket (alias lavoro in strutture convenzionate SSN); a tal proposito le consiglio di legger questo post su chi evade di più in Italia (senza per questo voler giustificare chi – tra i miei colleghi – evade le tasse) . . .
Sono un medico.
ma nessuno parla mai di quanto siano maleducati i pazienti, di quanto pretendano, di quanto spesso si comportino come CRIMINALI ( una mia collega è stata aggredita in Guardia Medica il 6-1-2009) ecc….
tutto è dovuto al paziente, tutto è preteso e il medico deve sempre essere gentile ,disponibile, non sbagliare diagnosi e tutto questosenza che il medico abbia uno straccio di dirito (leggetevi il Codice Deontologico.
Gli errori sono dovuti all’inc…..tura
caro collega
purtroppo non dobbiamo mai dimenticare la particolare natura e la delicatezza del nostro lavoro.
E’ ovvio però che il medico non è un servitore , con tutto il rispetto per chi fa questo tipo di lavoro, e che quindi non deve esser asservito alla regola il cliente ha sempre ragione .
Io ho trovato molto interessante leggere un libro, di cui parlo in un altro post, che mette alla berlina i medici e la loro scarsa delicatezza nei confronti del paziente.
Purtroppo mi ci sono ritrovato, mi è capitato di vivere situazioni come quelle che descrive l’autore . . .
Penso che sarebbe necessario tornare ad un rapporto di reciproco rispetto e fiducia, che spesso è perduto nel normale, quotidiano rapporto medico-paziente