il virus EBOLA

è ALLARME ! Oppure no ?
Vado a cercar di approfondire su internet e google ti sforna di tutto: dallo #statesereni (è un complotto delle multinazionali) all’emergenza in atto, meritevole di panico incontrollabile.
Ovviamente io non so e non posso aggiunger altro a quello che trovate pubblicato su risorse web serie ed affidabili (e ve le indico, a seguire)
Ministero della Salute
CDC
OMS / WHO

pipistrelli eduli fonte di ebola
“selvaggina” africana fonte di Ebola

E trovo questo articolo interessante sul sito della BBC: a metà tra l’antropologia dell’alimentazione (non si finisce mai d’imparare e di stupirsi!) e l’informazione, interessante, sulle cause che potrebbero (sono? sul serio? definitivamente ed incontrovertibilmente acclarato?) all’origine dell’epidemia attuale di virus Ebola.
Pare che la selvaggina africana sia lo starter della recente epidemia che sta facendo tremare il mondo!
E non si tratta di cinghiali o caprioli . . .

Concordo, pienamente, con le riflessioni di una collega su Facebook: quando partirà l’influenza stagionale il rischio di allarmi ingiustificati, a rilegger la lista dei sintomi, è piuttosto elevato . . .

La malattia da virus Ebola (EVD), precedentemente nota come febbre emorragica da virus Ebola,  è caratterizzata da
– comparsa improvvisa di febbre elevata
– astenia (stanchezza) intensa
– dolori articolari e muscolari
– inappetenza e mal di stomaco
– mal di testa
– mal di gola
si manifestano, successivamente: vomito, diarrea, esantema cutaneo diffuso.
Il periodo di incubazione è mediamente di 8-10 giorni con un range di 2-21 giorni. Il paziente diventa contagioso tramite le secrezioni biologiche quando comincia a manifestare sintomi.

Modalità di trasmissione del virus Ebola
– il contatto diretto (attraverso cute lesa o mucose) con sangue o altri liquidi biologici (urine, saliva, feci, vomito, sperma) con un soggetto malato
– contatto indiretto (attraverso cute lesa o mucose) con oggetti contaminati con sangue o altri liquidi biologici (ad esempio aghi) di un soggetto malato.
– allattamento
– per via sessuale può proseguire anche dopo la guarigione clinica.

Non vi è alcuna evidenza di trasmissione del virus per via aerea, anche se per chi assiste i malati si suggerisce la protezione (distanza <1 metro) dalle goccioline di saliva (droplets).
All’inizio, quando è presente solo febbre in assenza di vomito o diarrea o di manifestazioni emorragiche, il rischio di trasmissione è basso; nelle fasi tardive, quanto compaiono manifestazioni emorragiche, il rischio è significativamente più elevato e rimane molto elevato anche dopo la morte.

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