Troppo chewingum: rischi anche seri

Masticare troppe gomme con dolcificante può provocare gravi perdite di peso e violenti attacchi di diarrea: lo afferma uno studio pubblicato sul British Medical Journal, che punta il dito in particolare contro il sorbitolo, uno dei dolcificanti più utilizzati per i chewing gum. Un’accusa che è stata respinta dai produttori di gomme, che evidenziano come il sorbitolo sia un prodotto sicuro, ricordando che sui pacchetti c’è comunque un avvertenza a non esagerare con il consumo di gomme sugar-free. Lo studio, svolto in Germania, cita il caso di due persone che si sono sentite male dopo aver per parecchio tempo masticato 20 gomme al giorno. Una donna menzionata nell’articolo ha sofferto di diarrea e dolori allo stomaco per otto mesi, sottoponendosi a molti esami medici, prima di capire che la colpa era della sua sfrenata passione per le gomme da masticare. Nel frattempo, aveva perso ben 11 chili. In un altro caso, un uomo ha perso 22 chili in un anno a causa della perdurante diarrea. Tutti e due consumavano tra i 20 e 30 grammi di sorbitolo al giorno: ogni gomma ha in media 1,25 grammi di dolcificante. Per uno dei ricercatori, Juergen Bauditz del dipartimento di Gastroenterologia dell’ospedale universitario Charite di Berlino, 5-20 grammi di sorbitolo sono in grado di provocare piccoli problemi allo stomaco come crampi e gonfiore. Oltre i 20 grammi/giorno ci possono essere problemi più seri, come quelli dei due casi citati. Un portavoce in Gran Bretagna della Wrigley, casa produttrice di molte gomme in commercio, ha detto che sui pacchetti c’è chiaramente l’avvertenza che un consumo eccessivo può avere effetti lassativi. «Il sorbitolo è presente naturalmente in molti frutti come pere, prugne, ciliegie, datteri, albicocche, pesche e mele – ha detto – E ci sono studi che vanno indietro di vent’anni che avvertono sull’effetto lassativo che può avere l’eccesso di sorbitolo su alcuni individui. Ma la sua sicurezza è stata comprovata da organismi internazionali, come il comitato congiunto Oms/Fao sugli additivi alimentari».

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