Lettera aperta all’Assessore alla Salute della Regione Toscana Enrico Rossi

aggiornamento
il 15 ottobre 2009 è formalmente nata l’associazione MeDiTo Medici della Diagnostica Toscana; il sito web ufficiale è www.medito.net ed esiste un gruppo di discussione a cui far riferimento per gli aggiornamenti, la mail ufficiale dell’associazione è medito2009@gmail.com
Possono essere associati le persone fisiche che siano Medici Chirurghi.

In riferimento al prospettato taglio del tariffario delle prestazioni sanitarie in Regione Toscana, pubblico con piacere le riflessioni dell’amico e collega Carlo Biagini; è stato creato un gruppo su Facebook a cui siete pregati di aderire per stimolare il dibattito e la comunicazione.
In questo articolo, più recente, il testo della delibera con le nuove tariffe che saranno in vigore da novembre 2009.
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Gentile Assessore,
ho letto con interesse accorato il comunicato stampa pubblicato su alcuni quotidiani il 3 Luglio 2009. Il Portavoce del Suo Dipartimento comunica che, grazie alla riduzione delle tariffe praticate dalla Regione Toscana e quindi dalle ASL per una serie di prestazioni diagnostiche, sarà possibile effettuare un maggior numero di prestazioni, riducendo i tempi di attesa.
La giustificazione alla riduzione delle tariffe (che erano state stabilite nel lontano 1997, effettuando un pesante taglio sui prezzi precedentemente praticati e che, da allora,  non avevano subito nessun ritocco al rialzo nonostante il peso  di 12 anni di inflazione) è che vi sarebbe stata in questi anni una diminuzione del “valore” (penso che il Portavoce volesse dire  “costo”, dato che il valore delle prestazioni diagnostiche in ambito sanitario è aumentato nel tempo, grazie all’affinarsi delle tecniche) per modificazioni nelle procedure e, in particolare, per l’eliminazione, ancora in corso, delle pellicole.
Ciò, come ben noto ai seri professionisti del settore, non corrisponde al vero, infatti si deve sapere che la maggior parte degli esami, in particolare quelli TC e RM, NON  si sono affatto ridotti di costo se non, in minima parte, per la documentazione su pellicola che sta uscendo dall’uso (con dei problemi che sarebbe troppo lungo discutere in questa sede, ma che non sono irrilevanti per i Pazienti).
Per quel che riguarda poi il costo delle apparecchiature , queste hanno subito un’evoluzione che ne ha ridotti i prezzi SOLO A PARITA’ di tecnologia , ma , vedi caso, la tecnologia del passato non è più utilizzata nelle strutture “moderne”: infatti, oggi, sia le strutture pubbliche sia le private, si sono dotate di macchine TC a 6, 12, 16 o addirittura 64 strati, il cui prezzo è superiore alle macchine volumetriche monostrato che utilizzavamo in passato, mentre gli apparecchi di RM oggi hanno programmi di alto contenuto qualitativo, ma che costano cifre molto rilevanti. A questo riguardo mi preme far rilevare come NON sia vero che le apparecchiature RM a “basso campo”  (e di costo moderato), siano paragonabili  per “appropriatezza” (?) alle apparecchiature RM ad alto campo per lo studio delle articolazioni e della colonna, come affermato in un recente passato (non so su che basi scientifiche) da codesto Dipartimento: nelle Riviste scientifiche sono presenti, al contrario, articoli che evidenziano come le apparecchiature ad altissimo campo permettano di ottenere risultati diagnostici ancora migliori, anche nel distretto muscolo-scheletrico. Si aggiunga che lo studio della colonna comprende anche lo studio del midollo spinale: chi ha affermato che lo si può studiare in modo adeguato con un apparecchio a “basso campo”, è stato mal consigliato.
Per quanto riguarda il personale, come Lei certamente sa, 10 anni fa, eseguendo una TC dell’addome, producevamo 80-100 immagini di strato di 6-8 mm ed oggi ne effettuiamo 600-800, molto più sottili e più cariche di informazione: Lei pensa davvero che ad un Radiologo occorra meno tempo , e quindi “costi” meno visionare un numero di immagini 10 volte superiore? Gli ausili tecnici di cui disponiamo rendono la refertazione più accurata e, quindi,  più utile a chi ne ha bisogno, ma  NON la rendono più rapida.
Potremmo continuare a discutere dell’ecografia, che in Toscana, sia nel pubblico che nel privato convenzionato, ha raggiunto livelli qualitativi elevatissimi, di eccellenza a livello nazionale: si crede che niente cambierà riducendo le tariffe?
Capisco che uno dei più importanti impegni di un Amministratore sia, giustamente, il contenimento della spesa offrendo, contemporaneamente il massimo alla popolazione: il problema è, in tempi di crisi come gli attuali, come e dove tagliare sui costi per lasciare invariate o, se possibile, aumentare le prestazioni.
Ebbene, il punto è proprio questo: si deve agire riducendo gli esami poco utili, che costano e non servono, ma non ridurre la qualità per  ridurre il costo del singolo esame. Voglio dire che dobbiamo mirare non a fare mediocremente tutti gli esami richiesti, ma a fare in modo eccellente le prestazioni a chi davvero servono a migliorare lo stato di salute! Difficile? Forse, ma sicuramente  meglio che tagliare forzosamente le tariffe, tacendo che, INEVITABILMENTE, ciò comporterà un calo della qualità nelle prestazioni a discapito proprio non di chi si sottopone ad un esame poco utile, ma di chi ha bisogno, per la sua malattia, di un esame eseguito e refertato in modo ottimale!
Con stima, ma con preoccupazione,
Carlo Biagini  Radiologo Libero Professionista

4 commenti su “Lettera aperta all’Assessore alla Salute della Regione Toscana Enrico Rossi

  1. Stiamo cercando di riunire un “gruppo di studio” per dare vita ad un appello da sottoscrivere e presentare all’opinione pubblica, sia sulla via “standard” di giornali e televisione sia su quella più sicura della rete: perchè non usare questo luogo per cominciare, se Sabino è d’accordo?

  2. Naturalmente concordo in pieno con il nostro Amico e Maestro Carlo Biagini. Trovo assolutamente miope la strategia attuata dall’Assessore alla Salute della regione Toscana. Il risultato della scelta di ridurre il costo delle prestazioni comporterà da un lato, probabilmente, una riduzione dei tempi d’attesa, dall’altro, sicuramente, un crollo della qualità delle prestazioni. Sappiamo bene quanto sia cruciale una corretta diagnosi precoce per la salute di noi Cittadini, messa a repentaglio da questo provvedimento. Comprendo che tali considerazioni possano suonare scarsamente incisive all’orecchio del politico-amministratore; credo allora che sia doveroso richiamare all’attenzione di tutti coloro che hanno potere decisionale nel disegnare le linee strategiche della sanità regionale i costi aggiuntivi per la comunità conseguenti ad uno scadimento della qualità della diagnostica. Una patologia non diagnosticata tempestivamente, in maniera corretta ed esaustiva comporta per il cittadino una esperienza di malattia più grave, generalmente più lunga e quindi, più “costosa”.
    La soluzione è semplice e deve essere fornita dalla classe medica: oculata gestione delle risorse con minor numero di esami inutili (di cortesia, accondiscendenti, inappropriati) ed “onorevole” (o quantomeno non offensivo) riconoscimento delle prestazioni erogate.
    Gaetano Ricignolo, Specialista in Medicina Interna, Ecografista.

  3. grazie per il tuo articolato commento, che condivido al 100% peraltro in linea con quanto espresso da Carlo e Raffaello

    Parliamone e facciamo parlare: la cosa che appare inquietante è il silenzio tombale che ha accompagnato la pubblicazione del decreto . . . .

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