carta sanitaria elettronica CSE: un parere (in parte) critico

di Mauro Ucci, ViceSegretario Nazionale FIMMG
Il progetto della carta sanitaria elettronica Cse si propone di realizzare un sistema per l’acquisizione, l’aggiornamento e la consultazione dei dati sanitari da parte delle strutture del Ssr, tenendo conto che il possessore dei dati è il cittadino e lui e solo lui potrà dare l’assenso all’accesso alla completezza dei dati.
Progetto di ampio respiro che permetterebbe di evitare terapie incongrue o pericolose, che metterebbe ogni componente del Ssr in condizione di valutare l’efficacia dei propri interventi e ridurre il rischio per il paziente. Su questo siamo perfettamente d’accordo anche se a tutt’oggi resistono
frange di colleghi, specie gli Amish che rifiutano testardamente ogni tipo di oggetto moderno paventando il non poter più essere vicini al paziente con l’interposizione dell’informatica. Riteniamo che siano posizioni strumentali, che nascondono semplicemente una non volontà di inserimento nel Ssr e un rifiuto alla valutazione in un ambito di continuità territorio-ospedale.
Il progetto  della carta sanitaria elettronica Cse mira a rendere disponibile a ogni cittadino il suo Fascicolo sanitario elettronico (Fse), quale insieme di dati e documenti in formato elettronico relativi al percorso del cittadino stesso attraverso le strutture e i servizi del Ssr. Purtroppo vi è stata una concatenazione di eventi che hanno reso e renderanno difficoltoso l’avvio di questo processo.
Non c’è stata un’adeguata informazione dell’utenza, che si è vista recapitare una carta elettronica con un chip con una data di scadenza, non coincidente con la reale scadenza del libretto sanitario, ma solo della carta stessa e gli uffici a cui si sono rivolti i cittadini hanno detto di rivolgersi al proprio medico curante. Inoltre i medici di medicina generale sono stati coinvolti a macchia di leopardo con una informazione-formazione frammentaria e disarticolata (si pensi che nella Asl 10, vista l’urgenza, due anni fa fu fatto in tutta fretta un corso il 23 dicembre) e poi il nulla, salvo una delibera di attuazione su cui non concordiamo né sui tempi né sui metodi.
Ci sono ancora diversi problemi da superare in particolare sulla privacy: a esempio cosa può vedere un medico che lavora in un reparto d’emergenza oppure che cosa vuole far vedere il paziente.
Poi vanno superate le difficoltà informatiche: i colleghi usano programmi diversi e avranno tutti bisogno di linee veloci adsl.
Ci sono Regioni molto più avanti della Toscana, come la Lombardia e l’Emilia Romagna, che hanno investito pesantemente e da tempo in questo campo. Penso comunque che la  carta sanitaria elettronica Cse , se gestita bene, può aiutare davvero molto tutti i soggetti interessati, ma il lavoro da svolgere è tanto e sicuramente i tempi previsti dalla delibera non potranno essere rispettati.
Supplemento al n. 21 de il sole 24 ore anno XIII del 1-7 giugno 2010

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