118ista: a rischio aggressioni ed incidenti

Le aggressioni agli operatori delle ambulanze del 118 sono all’ordine del giorno, soprattutto da parte di chi aspetta i soccorsi per un proprio congiunto e considera troppo lunga l’attesa. Ma sono gli incidenti stradali i pericoli maggiori, che provocano ogni anno morti e feriti. Lo denuncia Simone Di Giorgi, presidente del Coordinamento medici emergenza sanitaria (Comes) e segretario nazionale della Federazione italiana medicina di emergenza e delle catastrofi (Fimeuc). Nella Capitale si sono registrati alcuni gravi episodi di vandalismo, con il lancio di sassi contro ambulanze. “Questi sono casi estremi, fortunatamente isolati ma c’è un problema più generale di sicurezza da affrontare”. I rischi, infatti, sono quotidiani, ma purtroppo non ci sono dati nazionali che fotografino il fenomeno. “Le aggressioni più diffuse agli equipaggi – continua l’esperto – sono quelle legate alla diseducazione delle persone convinte che le ambulanze possano arrivare in tempo reale. Invece le medie sono di 8 minuti nell’area urbana e 20 nell’area extraurbana. Tempi perfettamente in linea con gli standard, ma che non sempre sono sufficienti per il paziente”. Bisogna pensare, poi, che spesso si interviene in situazioni di disagio sociale, dove l’aggressività è inevitabile. “Si lavora all’esterno, spessissimo in ambiente ostile e, per forza di cose, in situazione complesse e pericolose”, precisa Di Giorgi. “Per gli utenti – spiega ancora – noi rappresentiamo il terminale dell’intero sistema sanitario. Se c’è qualche disfunzione, è con noi che il cittadino arrabbiato se la prende”. A questo si deve aggiungere che, come in molti lavori a rischio, “spesso gli operatori, che pure sono preparati ad affrontare situazioni difficili, sottovalutano il problema della sicurezza e mettono a rischio la propria incolumità “. Ma sono gli incidenti stradali a mietere più vittime tra gli addetti ai lavori. “E questo è anche colpa dei mezzi inadeguati”, denuncia Di Giorgi, ricordando che il Comes aveva lanciato una proposta di concorso per la progettazione dell’ambulanza più sicura, anche alla luce del fatto che l’Italia non si è ancora adeguata alle normative di sicurezza europee. “Una proposta caduta nel vuota perché non ci sono risorse”, conclude.

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