sclerosi multipla SM: non è causata dall’insufficienza cerebrospinale venosa cronica CCSVI

lo stato attuale della ricerca consente di stabilire che la CCSVI (insufficienza cerebrospinale venosa cronica) non è la causa della sclerosi multipla: lo hanno dichiarato i partecipanti del simposio tenutosi a Goteborg per il 26° congresso dell’ECTRIMS organizzato dalla European Charcot Foundation, nell’ambito del più importante confronto annuale in Europa sulla ricerca ed il trattamento sulla Sclerosi Multipla.
I principali esponenti degli studi finora realizzati hanno esposto i risultati ottenuti dalle loro sperimentazioni cercando di rispondere alle domande ancora aperte su questo argomento e che dividono la comunità scientifica: esiste la CCSVI? È la CCSVI una forma patologica indipendente? Si deve trattarla  chirurgicamente? E’ una delle cause  o un fenomeno che scaturisce dalla SM? E’ presente solo nella SM o anche in altre malattie neurologiche o addirittura in persone sane? Qual è il migliore test diagnostico per rilevare la presenza della CCSVI?
In base agli studi oggi disponibili i ricercatori hanno affermato che la CCSVI è presente in almeno il 25% dei sani, oltre ad essere presente anche in altre patologie neurologiche.
Inoltre una  ricerca italiana (Baracchini et al.), di cui sono stati anticipati i risultati, non ha evidenziato CCSVI nelle CIS, le forme iniziali di sclerosi multipla.
La variabilità riportata nella percentuale di prevalenza della CCSVI nella SM ha portato tutti gli esperti a concludere sulla necessità di definire delle linee guida sull’applicazione delle diverse tecniche diagnostiche (tra le altre la risonanza magnetica e la venografia) oltre alla tecnica di ecodoppler.
Come sottolineato durante l’incontro, per arrivare a risultati certi sulla prevalenza e sul significato della CCSVI è necessario realizzare studi su campioni di popolazione, sana e con SM,  molto più ampi di quelli utilizzati fino ad oggi:  risponde a questa esigenza lo studio multicentrico italiano promosso e finanziato dall’AISM.
Tutti gli esperti  hanno concordato sulla necessità di disporre dei risultati di questi studi prima di proporre il trattamento endovascolare.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati *

prenotazione