le assicurazioni sanitarie non sono un buon affare

Stuart A. Rosenberg, president and Ceo della Harvard Medical Faculty, nel suo intervento al V Forum Risk Management in Sanità di Arezzo ha presentato la riforma del Sistema sanitario statunitense, fortemente voluta dal presidente Barack Obama, analizzandone costi, risultati e ricadute sociali.
“I costi stanno sfuggendo al nostro controllo – afferma – e nonostante ciò le persone ricevono ancora un servizio spesso inadeguato. Innanzitutto – sostiene Rosenberg – devono essere rispettati i principi di equità e accessibilità, e a oggi il sistema statunitense è sia costoso che chiuso”, accusa.
La spesa sanitaria influisce drasticamente sui salari dei contribuenti.
“Prendiamo come riferimento un lavoratore medio che guadagna circa 50mila dollari: porterà a casa 37 mila dollari senza rendersi conto che circa il 27% del suo salario è stato destinato a spese sanitarie”. Secondo Rosenberg, il sistema sanitario a ‘stelle e strisce’ presenta dunque non poche contraddizioni: “studi Ocse in merito ai casi di sopravvivenza ad alcuni tumori (colon e mammario) mostrano ad esempio che gli Stati Uniti sono al primo posto grazie alla prevenzione e alla ricerca. Al contrario – sottolinea – per quanto riguarda malattie generiche la possibilità di avere un appuntamento in giornata è bassissima”. “Gli Stati Uniti – assicura – spendono quanto gli altri Paesi in sanità, ma a questa spesa va aggiunta quella privata coperta dalle assicurazioni. Studiando i dati, ci siamo resi conto che la spesa pro capite è aumentata drasticamente dagli anni ’80, con l’’ingresso nel sistema delle assicurazioni private“, conclude.

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