breve storia dell’anestesia

Già nel 3000 a.C. in Mesopotamia si narcotizzava il paziente comprimendo le carotidi per fargli perdere coscienza. Per parlare di anestesiologia moderna si deve aspettare l’Epoca dei Lumi: è infatti nell’ultima decade del ‘700 che Joseph Priestly e Sir Humpry Davy sperimentano il protossido d’azoto (il cosiddetto
gas esilarante) e dopo circa venti anni Faraday condusse esperimenti sull’etere dietilico. Ma solo nel 1842 il Crawford Williamson Long iniziò a usare con successo l’etere nelle operazioni chirurgiche, seguito da Horace Wells. Il medico più famoso (erroneamente creduto il padre della anestesiologia) è il dottor William T. G. Morton, dentista in Boston che lavorava al Massachusetts General Hospital, il quale pubblicò innumerevoli articoli sulla narcosi. Già nel settembre del 1846 usò l’etere per estrarre un dente e un mese dopo presentò alla comunità scientifica una sfera di vetro dotata di due valvole al cui interno era posizionata una spugna imbevuta di etere. Fece inspirare i vapori al signor Gilbert Abbott al quale il dottor John Collins Warren, chirurgo, doveva asportare un tumore al collo. La sedazione riuscì e l’intervento fu eseguito in maniera veloce e indolore. Nacque così l’anestesiologia moderna.
Nonostante l’innovativa scoperta e l’importanza dell’anestesia, i due medici (Horace Wells e William Green Morton), cui la storia della medicina deve tanto, non ebbero vita facile. Il dottor Wells, infatti, tra il 1867 ed il 1868 pubblicò diversi articoli per reclamare la paternità della scoperta e, intanto, iniziò a sperimentare il cloroformio (messo a punto da due chimici nel 1831: Samuel Guthrie e Eugene Souberrain). Diventato dipendente da quest’ultima sostanza, morì suicida. Il dottor Morton, invece, cercò di nascondere la vera natura dell’etere e lo brevettò con il nome di letheon, ma non ci si mise molto a scoprire che in realtà era semplice etere dietilico. Il brevetto non gli fu riconosciuto e finì, dipendente dall’etere, a vivere una vita sconosciuta a Boston.

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