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FLACCIANELLO'S STORY

Il titolo, in verità, con tanto di genitivo sassone, poco si addice all'azienda ed ai suoi vini. Se infatti il Chianti di oggi è una babele di lingue e dialetti stranieri, tanto da far impallidire una seduta dell'ONU, la famiglia Manetti (proprietaria della tenuta di Fontodi) è una delle poche ad affondare le proprie radici in queste magiche terre. Al timone dell'azienda siede da anni, a dispetto della giovane età, Giovanni Manetti, artefice del successo mondiale ottenuto dai cru di Fontodi in quel di Panzano in Chianti (piccolo paese ad una manciata di chilometri da Greve).

Foto di gruppo per Giovanni Manetti assieme ai nostri soci al termine della giornata.
 
Nonostante i mille impegni di lavoro, Giovanni non ha voluto disattendere le attese dei numerosi soci arcigolosi che da tempo ci chiedevano di dedicargli un appuntamento della nostra Cantina del Sabato.
Per me, originario di Panzano "alto" (uno dei rioni del paese in fratricide sfide calcistiche), si è trattato di un tuffo nel passato, quando, poco più che quindicenne, trascorrevo l'estate nella casa dei nonni dalle cui finestre si dominava quella ampia conca oggi detta d'oro per il valore dei suoi vigneti. Forse Giovanni non lo ricorda, ma il mio primo interesse per Fontodi non fu dettato dal vino, quanto dal bel campo da tennis sul quale ogni tanto, grazie a comuni amici, mi era consentito piazzare qualche volée. Trascorsi vent'anni, appesa la racchetta al chiodo, eccomi di ritorno a Fontodi, bicchiere alla mano, per rendere omaggio ad uno dei più grandi vini di Toscana: il Flaccianello della Pieve.
La cronaca del nostro inviato, Daniele Bartolozzi
 
Lle 6 annate di Flaccianello in degustazione: da sinistra a destra, 98, 97, 95, 91, 88 e, senza etichetta, l'81.

 

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