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    Categories: oncologia

la sorveglianza attiva del cancro della prostata

ecografia transrettale della prostata

Chi decide di sottoporsi a una sorveglianza attiva, il cosiddetto watchful waiting, ossia di tenere d’occhio il cancro della prostata senza intervenire subito, non solo ha una buona qualità della vita (QoL), ma vive sereno, senza stress emotivi. Lo sostiene Lara Bellardita, prima firmataria di uno studio pubblicato su European Urology e ricercatrice all’Istituto dei Tumori di Milano. «Gli uomini in sorveglianza attiva non sembrano soffrire di gravi ripercussioni psicologiche negative, tra cui ansia e depressione» dice Bellardita, ricordando che la neoplasia prostatica di solito cresce lentamente, e che i pazienti scelgono spesso la sorveglianza attiva per evitare o ritardare gli effetti collaterali del trattamento, tra cui la disfunzione erettile e l’incontinenza urinaria. Condizioni, entrambe, che potrebbero influire pesantemente sia sulla qualità della vita sia sullo stato emotivo. I tumori a crescita lenta non hanno necessariamente bisogno di un trattamento locale aggressivo, ma possono essere seguiti semplicemente tenendoli d’occhio. E molti dei pazienti avviati alla sorveglianza non avranno mai bisogno di cure, mentre circa un terzo di essi proseguirà la sorveglianza attiva per almeno due o tre anni, per passare successivamente al trattamento attivo. E allo scopo di verificare l’impatto della sorveglianza attiva sulla qualità della vita e sullo stato psicologico nei malati di cancro prostatico, Bellardita e colleghi hanno esaminato gli studi svolti in precedenza trovandone dieci pubblicati tra il 2006 e il 2014, cui avevano preso parte 966 pazienti di età media 66 anni posti in sorveglianza attiva dopo la diagnosi e seguiti al massimo per un triennio. «In generale, la qualità della vita degli uomini avviati alla sorveglianza attiva era simile a quella dei coetanei sottoposti a prostatectomia» scrivono gli autori, sottolineando anche l’assenza di un significativo stress emozionale nel gruppo che non ha affrontato la chirurgia. «Gli uomini che optano per la sorveglianza attiva sembrano godere di un soddisfacente livello di benessere, anche se servono ulteriori studi per identificare e assistere tempestivamente i pazienti che potrebbero reagire negativamente a un eventuale passaggio al trattamento» concludono gli autori.

Eur Urol. 2014 Oct 31. doi: 10.1016/j.eururo.2014.10.028

Riporto un altro interessante studio, della Cochrane collaboration sullo screening di popolazione del carcinoma prostatico: leggetelo, con attenzione. Prostate cancer screening did not significantly decrease prostate cancer-specific mortality in a combined meta-analysis of five RCTs. Harms associated with PSA-based screening and subsequent diagnostic evaluations are frequent, and moderate in severity. Overdiagnosis and overtreatment are common and are associated with treatment-related harms.

Dott Sabino Berardino: Dott Sabino Berardino Medico Chirurgo, a Firenze Specialista in Medicina Interna perfezionato in Ecografia ed Ecocolordoppler Vascolare Master di I livello in 'nuove tecnologie in Medicina - elearning'
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